Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano

Attribuire qualità umane a tutti gli agenti intelligenti è fuorviante. Dimostrare intelligenza non significa assomigliare agli esseri umani, ma essere capaci di comportarsi in modo efficace in situazioni nuove. Questa capacità si ritrova da secoli nelle piante come negli animali e, in tempi più recenti, nei software e nelle macchine.

Nello Cristianini, esperto di Intelligenza artificiale, in dialogo con Massimiliano Panarari, sociologo e politologo, ci mostrerà come le macchine intelligenti svolgano già oggi numerose attività un tempo appannaggio dell’uomo: vagliano curricula, concedono mutui, selezionano informazioni, guidano veicoli. Pur essendo entrate in modo via via più preponderante nelle nostre vite, fino ad arrivare a osservarci continuamente e a prendere decisioni al nostro posto, non sono però equiparabili a noi: il loro comportamento è essenzialmente guidato da relazioni statistiche ricavate da quantità sovrumane di dati.

Insieme a Cristianini conosceremo più da vicino la specificità delle macchine; ne analizzeremo l’origine ripercorrendo alcuni casi di storia recente in cui le tecnologie sono state fattore di forte condizionamento in ambito sociale e politico; considereremo l'importanza di individuare formule efficaci e sicure di dialogo con questi nuovi agenti “alieni”, individuabili non solo attraverso la conoscenze tecniche ma anche attraverso il contributo delle scienze naturali e umane.

Introduce l'incontro Vittorio Iervese (Professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi - Unimore).

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L’incontro è organizzato in collaborazione con il Mulino e con Dhialogue (Unimore, Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali).

Progetto di alta formazione in ambito tecnologico economico e  culturale per una regione della conoscenza europea e attrattiva approvato e cofinanziato dalla  Regione Emilia-Romagna con deliberazione di Giunta regionale n. 1625/2021.